In cammino sulla Via tra Bologna e Prato

Vito Paticchia

Vito Paticchia, laurea in Indirizzo storico presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, ha lavorato presso l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna occupandosi di ricerche e pubblicazioni sui rapporti tra esercito alleato, partigiani e popolazione civile. Ideatore di grandi cammini, ha curato il Progetto per la tutela e valorizzazione del patrimonio storico della Linea Gotica che si è concretizzato nella guida “Sulle tracce della Linea Gotica. Il fronte invernale dal Tirreno all’Adriatico in 18 tappe” (Vito Paticchia-Marco Boglione, Fusta Editore, 2011) e nella Cartografia e Manuale “Trekking Linea Gotica” (Matteo Brusa-Massimo Gherardi-Vito Paticchia, L’Escursionista, 2017).

Ha progettato il cammino “Via della lana e della seta” di cui stampati Guida e Carta escursionistica 1:25.000 (Fusta Editore, 2018).

Socio CAI e membro del Comitato Scientifico Regionale Emilia-Romagna, è collaboratore delle riviste “Camminare” e “Montagne360”.

Martino Viviani e Simone Falso

Martino Viviani, insegnante precario nella scuola pubblica italiana. Pubblica nel 2017 L’arrotino: un racconto (Montura Editing); nuovo autore del bando sul viaggio non convenzionale FuoriRotta (fuorirotta.org) e da oggi, un pochino, camminatore. www.materiameccanica.it

Simone Falso, nasce a Padova nel 1975. Le sue immagini fotografiche sono pubblicate sul The Times, in numerosi libri e periodici come Internazionale e l'Espresso. Dal 2010 si dedica sopratutto al cinema, come aiuto regia, direttore della fotografia e fotografo di scena. Fondatore, insieme ad Andrea Segre e Matteo Calore, del bando FuoriRotta.

FuoriRotta è un laboratorio sul viaggio ed un bando. Il bando è volto all'individuazione di progetti di viaggio sviluppati su itinerari liberi (con qualsiasi punto di partenza e destinazione), preferibilmente inediti e accompagnati da una motivazione forte di ricerca, conoscenza e documentazione di luoghi, persone e punti di vista altri rispetto al contesto socio-culturale, economico e paesaggistico di appartenenza del proponente.

Lucia Antonelli

La Regina del Tortellino nella sfida tra Bologna e Modena. Quella di Lucia è la storia di una famiglia numerosa, con la cucina come fulcro della quotidianità. È proprio in cucina che Lucia cresce, attorniata da un’atmosfera operosa, insieme alla nonna ed alla mamma apprende la sapienza genuina di trasformare gli ingredienti in piatti. Originaria dell’Appennino decide, nel 1991, di dedicare la sua vita all’attività iniziata dai suoceri nel 1969.

Una cuoca autodidatta che prende però molto sul serio la professione e così, scelta la linea culinaria per il suo ristorante, decide di ispirarsi e di apprendere dalla collaborazione con Federazione Italiana Cuochi e perfeziona le proprie interpretazioni della cucina che le appartiene.

Da 26 anni, Lucia, esprime il meglio del suo progetto conducendo il ristorante Taverna Del Cacciatore.

Tommaso Gei

Tommaso Gei, inizia il suo percorso ristorativo nel 2007 quando inizia a gestire il bistrot interno al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato. Nel 2014 trasferisce all'attività all'intero del centro per uffici Prato City.

Nel 2011 riapre lo storico locale pratese del suoi nonni: Il Capriolo. Il locale, fondato nel 1961 dalla bisnonna Ofelia, torna in attività a 50 anni esatti dalla sua prima apertura, dopo una lunga ristrutturazione.

Dal 2014 sono tante le inziative di Tommaso, che vanno dalle cene di beneficenza a serate di show cooking, alle apparizioni in programmi televisi.

Lo street food della Via

Sabato 23 giugno a Castiglione dei Pepoli saranno tante le prelibatezze da poter assaporare, della cucina tradizionale che attraversa il territorio da Bologna a Prato, passando dal nostro Appennino.

Le proposte per le Cucine della Via

E per i vegeteriani

Classica Orchestra Afrobeat

La Classica Orchestra Afrobeat è un ensemble composto da 13 musicisti di estrazione mista classica, barocca e popolare. Diretta da Marco Zanotti, crea nei suoi lavori di composizione o arrangiamento un territorio di confine che mescola le sonorità e le peculiarità espressive degli strumenti della tradizione colta europea come archi, legni e clavicembalo con le percussioni, i canti e le poliritmie africane.

Il disco d'esordio SHRINE ON YOU, FELA GOES CLASSICAL esce nel 2011 ed è un omaggio a Fela Kuti, il più grande genio musicale e ribelle politico africano della storia recente. L'album ha fatto in questi anni il pieno di critiche entusiastiche sia in Italia che all'estero, inclusa la partecipazione allo storico festival inglese di Glastonbury (prima band italiana mai invitata) e nel 2014 a Perugia come evento di punta del Festival di Radio3.

I seguenti due album prodotti dall'ensemble sono rispettivamente una suite musicale in tre atti intitolata REGARD SUR LE PASSE' (2014) che racconta l'epica dell'ultimo imperatore d'Africa e POLYPHONIE (2017), un concept-album dedicato e ispirato alla Natura e alla Foresta.

Da questi tre lavori discografici la Classica Orchestra Afrobeat prende spunto per confezionare un repertorio che parte da Fela Kuti e arriva fino alle composizioni originali di Polyphonie (inclusi un paio di inediti). Sempre con il proprio stile ibrido e intrigante, a cavallo tra l'eleganza della musica classica e l'energia dell'afrobeat.

Andrea Lenzi DAN-I

Consumatore di musica, avido e ossessivo collezionista di vinili, innamorato delle più seducenti voci nere, dall’Africa all’America Latina, fino al Jazz e al Soul. Una sorta di storia concentrata della black music attraverso un uso creativo di mixer e giradischi. Dischi e Musica Elettronica sono un pretesto per assemblare un catalogo sonoro di sensazioni e citazioni. Un modo per scoprire ed esplorare universi sonori capaci di integrarsi con il pubblico. La sintesi perfetta tra un cuore che pulsa lontano dalla consuetudine e le emozioni che solo la club culture riesce ad esprimere.

Oreste Baccolini

(Grizzana Morandi, 1964). Dal 2000, dopo il diploma in pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna, sviluppa il suo lavoro utilizzando vari linguaggi quali pittura, disegno, installazione, fotografia, video e tubo al neon. Fanno parte del lessico della sua ricerca il gran numero di informazioni visive che il mondo reale o i media immettono nel nostro orizzonte quotidiano, le quali diventano pretesto di un’incessante riformulazione e traslazione percettiva.

Monica Camaggi

Monica Camaggi è nata a Bologna il 7 aprile 1980, si è diplomata al Liceo Artistico “Francesco Arcangeli” di Bologna e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Bologna, studiando per alcuni semestri presso l’Accademia di Monaco di Baviera e conseguendo la Laurea in pittura e successivamente in scultura.

Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia e all´estero tra le quali lo Jahresausstellung e Invasion4 nel 2007 a Monaco di Baviera, Anteprima, in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna e Galleria d´Arte Moderna e la rassegna Corsie nel 2003. Nel 2010 ha preso parte alla mostra Sanartcangelo, presso il Musas, Museo Storico e Archeologico di Santarcangelo di Romagna e nel 2014 ha esposto con Laura Guerinoni presso la mostra “Ex Fabrica” a Vernio. Con il gruppo Mentelocale si occupa di arte pubblica e ha proposto interventi site specific presso l’Orto Botanico di Bergamo, Fabrica a Gambettola e il Parco di Monte Sole a Marzabotto.

Nel 2017 ha partecipato alle collettive a cura di Federica Fiumelli “Livida, Lieve” ai Fienili del Campiaro a Grizzana Morandi con Oreste Baccolini e Roberto Dapoto e “Di-versi, Ingranare” a Modena con Alessandra Gellini e altri artisti.

Roberto Dapoto

Piacenza 1980. Vive e lavora a Bologna.

<<Quello che ricerco attraverso le mie opere è una precisa atmosfera, pervasa da un improvviso silenzio e da un forte senso di aspettativa.

Mi interessa osservare le pause del quotidiano, gli oggetti e i luoghi caratterizzati da un inspiegabile senso di appartenenza.

I momenti sospesi, quell'attimo dove la mente si distrae, dove l'immagine in primo piano è sfocata perché l'attenzione, la messa a fuoco, è rivolta verso l'infinito.

Sono queste le immagini che mi colpiscono maggiormente, quelle che rompono silenziosamente il rumore bianco che ci circonda e anche se sfocate appaiono sensazionali, autentiche, misteriose e famigliari allo stesso tempo.>>

"Anche le verità si confondono se viste da una certa altezza" (Karl Capek "Pilate’s Creed" 1920).

Alessandra Gellini

Alessandra Gellini è nata a Forlì dove vive e lavora come docente e artista. Allieva di Concetto Pozzati all’Accademia di Belle Arti di Bologna consegue la Laurea in Pittura e in seguito la Laurea Magistrale in Arti Visive. Ha partecipato a mostre collettive in Italia e all’estero. La sua ricerca artistica è incentrata sul rapporto tra arte e vita e alla contrapposizione tra leggerezza e gravità, tra interno ed esterno, tra finitezza e infinito, tra realtà e visione. Il bisogno di sfondare una costrizione spaziale, di creare dimensioni che corrispondano a esigenze di respiro, d’infinito, di libertà la inducono a utilizzare materiali e media eterogenei in funzione espressiva senza istituire graduatorie di merito ma ricercandone il punto di convivenza, di dialogo e di armonia. Cerca sempre di conciliare essenza ed esistenza tema caro al prof. Roberto Pasini i cui insegnamenti accademici hanno influito non poco nel suo percorso. Nell’insegnamento, costante è la riflessione sul metodo educativo. Ha scritto Segno e di-segno. Genesi dell’arte e del sé.

Vincenzo Gentile

Calabrese, classe 1987. Si è trasferito a Bologna nel 2011 per studiare pittura all’ Accademia di Belle Arti. Si è laureato nel 2018 al Biennio di arti visive con il prof. Luca Caccioni. Vive e lavora a Bologna.

La sua ricerca parte dal presupposto di voler fare della pittura ma sovvertendone alcuni aspetti particolari, come l'uso dei colori e di altri materiali canonici; ne risulta quindi che ogni opera è strettamente legata al tipo di tecnica che utilizza, lavorando tramite l'ossidazione del ferro la ruggine diviene il pigmento unico: la pittura è fatta di "immagini residuali" costruite con gli scarti e i sedimenti di questi pezzi, le forme arrugginite sono come il residuato di qualcosa di reale e tangibile fisicamente, impronta di un volume, ombra. Questa tecnica gli permette di comporre delle immagini originali, fare esperienza diretta delle cose, e lo spazio della tela diventa il contenitore di geometrie ossidate, stratificate, accogliendo tutto ciò che accade. La ruggine è tra i primi pigmenti utilizzati dall'uomo, dalla preistoria a oggi, e continua ad essere impiegata nella formulazione di colori.

Tra le ultime mostre: “Secondo Livello” presso OttoGallery (2016) collettiva a cura di G. Lufrano L. Caccioni e R.Novali; “Playing Scenic” presso Pinacoteca di Bologna (2017) - mostra collettiva del workshop tenuto da Paolo Chiasera, a cura di C. Lorenzetti P. Chiasera; “You Can Do It And You Must Do It” presso Villa delle Rose (2018) a cura di Laura Tori Petrillo (accademy now) in collaborazione con Mambo; Premio Zucchelli 2017 (vincitore)

Laura Guerinoni

Laura Guerinoni (Bergamo, 1985). Vive e lavora a Bologna. Dopo il diploma al liceo artistico di Bergamo, si trasferisce a Bologna dove consegue la laurea di primo livello nel 2008 e quella di secondo livello in arti visive nel 2010 all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 2008 ha frequentato il corso triennale di formazione Il Mestiere delle arti, patrocinato dalla regione Emilia Romagna. Nel 2008 è tra le fondatrici del gruppo artistico Mentelocale che opera tutt'ora in ambito di arte pubblica. Tra le ultime mostre la troviamo nel 2015 nella personale Trama presso la galleria MOO di Prato e in Off loom II. Arte fuori dal telaio al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Nel 2014 espone al Premio Valcellina a Maniago (PN) e nel 2013 in Autoritratti I. Nuove Gen(d)erazioni, esposizione in collaborazione con MamBo, Museo d'Arte Contemporanea di Bologna. La troviamo poi in Contextile 2012 a Guimaraes in Portogallo. Del 2011 è la sua mostra personale Promemoria ai Musei Civici di Reggio Emilia e nello stesso anno espone a Feltrosa 2011 presso lo spazio Fabbrica di Gambettola (FC). Nel 2010 espone in Here we are presso il PAC di Ferrara e nel 2009 a Open XII sull'isola di San Servolo a Venezia.

Agata Torelli

Agata Torelli (Casalmaggiore, 1995) Residente a Mantova, durante gli anni liceali inizia a collaborare con la compagnia sperimentale Teatro Magro, collaborazione che prosegue ancora oggi. Frequenta la facoltà di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna, laureandosi in triennale con lode, ed è attualmente iscritta al Biennio di Pittura – Arti Visive presso il medesimo istituto.

Durante gli anni universitari ha occasione di lavorare con artisti di importante levatura, anche grazie alla mediazione dell’Accademia. Si ricordano le mostre collettive “La lingua e il linguaggio degli affetti” (Raum, Bologna 2016), a seguito di un workshop con Cesare Pietroiusti, “Metacorpi” (ABABO, Bologna 2017), a seguito di un workshop con Michael Fliri, "You Can Do It and You Must Do It" (Villa delle Rose, Bologna 2018) curata da Academy Now e MAMbo, e la quarta edizione di "Esercizi di stile" (MAMbo, Bologna 2018). Si segnala anche la partecipazione all’ultima edizione di Artissima (Torino, 2018) in un evento con Seb Patane in collaborazione con Thec Lassroom, e la residenza d’artista presso la Fondazione Baldi (Pelago 2017) sotto la guida di Armin Ebrahimi e Pier Luigi Tazzi.